La SporTerapia è una cosa seria. Istituire discipline sportive per persone con disabilità è sicuramente utile in termini pratici e mediatici. Inoltre chiama in causa una componente psicologica di forte rilevanza. Praticare sport è un’occasione per “ricostruire se stessi”, ritrovare la propria autonomia, realizzarsi a livello sociale e recuperare concretezza nella propria mobilità. Insomma, gli sport per disabili hanno valenza terapeutica nevralgica, come del resto accade nelle attività sportive più blasonate. A tutto ciò vanno correlati il concetto di resilienza e self talk, ovvero trovare la forza in noi stessi per contrastare le avversità.
Quant’è importante la SporTerapia
Lo sport è un momento di crescita e formazione che permette di raggiungere un importante benessere interiore. In primis, garantisce l’evoluzione dell’autostima e di altri aspetti psicosociali. Oltre ad avere la valenza di una percorso riabilitativo, le discipline sportive incidono profondamente nella vita di tutti noi, soprattutto nelle persone con disabilità. Abbiamo a che fare con attività che aiutano a ottenere maggiore consapevolezza del proprio corpo, a riconoscerne le potenzialità e a riscoprire la propria dignità in quanto persona umana e sociale.
La parola chiave è miglioramento. La SporTerapia può essere intesa alla stregua di una medicina dello sport, una componente psicofisica in grado di aiutare il benessere e la saluta delle persone disabili. Come? Vediamo qualche esempio.
DEPRESSIONE. Sì, fare sport non significa solo tenere in salute il proprio corpo, ma anche la mente. È ampiamente dimostrato che l’attività sportiva produce una stimolazione naturale in campo cerebrale, che migliora l’umore e la condizione psichica del soggetto.
DIABETE. L’attività fisica diventa fondamentale per ridurre grasso, abbassare la glicemia e controllare i grassi nel sangue. Insomma, tutti gli indicatori che riguardano il diabete.
IPERTENSIONE. Tutto si basa su un principio: una persona attiva sportivamente ha meno possibilità di incappare nell’ipertensione rispetto a chi conduce una vita sedentaria.
Tuttavia, al fine di realizzare il miglior benessere psicofisico, devi scegliere lo sport che più esprima le tue qualità, anche a seconda dell’invalidità. Già, è un percorso lungo, faticoso e alle volte tortuoso, ma esistono figure preposte che possono darti una mano.
Chi è Sabrina Molino
La Dott.ssa Sabrina Molino è Responsabile Nazionale Settore Sport Disabili ASI ed esperta psicoloterapeuta clinica. Inoltre è Dirigente Nazionale ASI e Presidente della Fenice Cooperativa Sociale Sportiva Dilettantistica. Laureata in Psicologia alla Sapienza, si è specializzata nell’approccio psicocorporeo con un master in Psicologia dello Sport e con la scuola di Specializzazione in Psicoterapia Biosistemica. È preparatore mentale Fit, istruttrice Giocasport Coni, esperta del Metodo Peipad per l’Autismo, docente di formazione e corsi di conduzione in Psicodramma, Team Building e Outdoor Training. Segue squadre sportive femminili e maschili in ambito calcistico e negli sport di combattimento. Grande attenzione la dedica al mondo Paralimpico.
Contatti
Presidente La fenice Cssd, Sabrina Molino
telefono: +393490888720
mail: sabrina.molino@icloud.com

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